Concertista-trasformista

Estate, tempo di mare, vacanze…ed immancabilmente tempo anche di concerti all’aperto.

Circa questi ultimi mi sono già ampiamente espressa in uno dei primi post di questo blog, al grido di “Si salvi chi può!”. A ciò si aggiunge il fatto che talvolta i suddetti concerti rientrano nella categoria delle cosiddette “marchette”, organizzate spesso in maniera piuttosto approssimativa e casalinga.

Ora, ieri sera ho preso parte ad un festival di musica leggera all’aperto. Appuntamento alle 16,15 sul posto per il sound-check. Il concerto avrà inizio alle 21… Quindi 5 ore per fare il sound-check??
Tralasciamo…
La mia amica-collega P. mi viene a prendere in categorico ritardo ed arriviamo sul posto alle 17, trafelate. Non un suono, non un accenno di sound-check.
Lo scenario presenta musicisti che vagano per il parco, alcuni, i più ottimisti, con lo strumento in mano nella speranza di iniziare il lavoro, altri, i veterani della manifestazione, prendono il sole, degustano gelati, chiacchierano del più e del meno.
Io, per fortuna, mi son portata da leggere “Un anno a impatto zero”, che non sarà una lettura proprio da ombrellone, ma almeno approfitto dei momenti morti per cercare un modo per salvare il pianeta.
Tecnici vari sembra che si diano un gran da fare…ma del sound-check neanche un accenno.
Veniamo microfonati verso le sei e mezza. Sound-check verso le 19. Il malumore è palpabile, anche perchè fonti piuttosto attendibili diffondono la notizia che si debbano provare tutti i 23 pezzi in programma!
Forti della nostra esperienza, approfittiamo di uno dei mille momenti morti per cenare, e qui do il meglio di me.
Mentre i più si dirigono in massa verso l’unico chiosco presente per accaparrarsi gelati e tramezzini raffermi e plasticosi, io sfoggio una super-fashion borsina frigo bianca e viola (assolutamente in tinta con lo smalto), dalla quale estraggo la mia tortina di verdura fatta in casa. Silenzio generale, ho lasciato tutti basiti.
Anni di marchette mi avranno pure insegnato qualcosa.
Giusto il tempo della “cena” e verso le 20 veniamo chiamati sul palco per provare i pezzi!
Facciamo notare che il concerto è alle 21, ma nessuno sembra darci ascolto.

Quando alle 21 in punto dobbiamo ancora provare 3 canzoni, si diffonde il panico. La maggior parte dell’orchestra si deve ancora cambiare e truccare. A questo proposito vorrei smentire l’idea di quei favolosi camerini enormi, con grandi specchi con lucine tonde ai lati, dove i fans ti possono far recapitare giganteschi mazzi di rose. Il più delle volte ci si cambia tutti insieme in grande promiscuità, si è già fortunati se ci sono due camierini distinti per uomini e donne. Nel caso di ieri, basti dire che siamo state prese da smodato entusiasmo alla vista di un microscopico e fatiscente bagno all’interno di una pseudo-baracca che chiamano camerino…già eravamo rassegnate contenderci i bagni chimici col pubblico.
Nel caso di una quindicina di donne chiuse in circa 5 metri quadri con un solo bagno, lo scenario è tipico di un girone infernale. Un circolare continuo di fazzolettini di carta (ovviamente non c’era la carta igienica) e assorbenti (Dio benedica la mia Mooncup che mi ha salvato la serata), oltre alla fondata possibilità che qualcuno scambi la propria roba con la tua.
Io, prevedendo l’inferno, sono venuta già vestita da casa e quando, alle 21,20, abbiamo terminato la prova (proprio così!), dalla mia borsa sotto la sedia estraggo:

-Scarpe da sera
-Minuscola spazzola con specchietto incorporato
-Fiore da mettere nei capelli (utile anche per fermare le pagine in caso di vento, cosa che fa peraltro sempre una certa scena)
-Coprispalle antifreddo e antizanzare
-Trucchi

Proprio mentre sono intenta a darmi il rossetto, intravedo mia suocera nel pubblico che mi saluta, non capacitandomi che quella che si sta truccando in mezzo al palco sia proprio io!

Una volta assunto un aspetto più o meno antropomorfo, mi dirigo verso il camerino, giusto per una puntatina nello pseudo bagno…e sono pronta! Tutte mi chiedono come faccio ad essere già truccata. Stupore generale nell’apprendere la mia performance da estetista sul palco.

La serata inizia verso le 21,40. Ora di fine prevista: 1.

Sono già stanca.

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