Diario Sanremese: prima parte!
Dunque dunque. Facciamo mente locale.
Sono tornata ieri sera da Roma, dalla prima parte di prove Sanremesi.
Ho ritrovato vecchi amici e vecchi luoghi e ne ho conosciuti di nuovi (amici e luoghi).
Ogni volta che vengo via da Roma mi chiedo se l’anno dopo ci tornerò, se sarò ancora fra i prescelti o se chiameranno ragazze più giovani, o più carine…chissà…
Quello che è certo è che io non riesco a godermi niente. Più sono felice di una situazione e più temo che tutto finisca…
Comunque, quando si torna da Roma ci si sente depositari di uno dei segreti di Fatima: conosciamo le canzoni. Le abbiamo sentite, le abbiamo suonate, le abbiamo già commentate fra noi. E come sempre la prima impressione si rivela essere spesso sbagliata. In questi due giorni di relax vorrei mettermi sul divano a sentire tutte quelle orride trasmissioni pomeridiane in cui fanno pronostici sulle canzoni ed ognuno rivela anticipazioni assolutamente inventate.
Invece mi sono farcita questi due giorni di impegni, lezioni, prove…giusto per recuperare il tempo perduto e non rischiare di rilassarmi 48 ore. Non sia mai.
Fare parte dell’orchestra del Festival ti dà un senso di potere e celebrità, cosa inevitabile, specie se l’anno prima sei stato trasmesso in mondovisione mentre lanciavi spartiti in diretta dal Teatro Ariston di Sanremo.
Beh, intendiamoci, non è che sia stato un gran bel gesto, ma è divertente vedere come ad un anno di distanza la gente in tv ancora ne parli, chiedendosi se fosse preparata o no…
Comunque, aspetti positivi di questi 10 giorni:
-Gli amici
-La dieta (abbastanza rispettata)
-Luca Barbarossa che arriva alle prove su una Vespa rossa (ognuno ha le proprie debolezze)
-La possibilità di prendere lezioni di batteria nelle pause
-Le mille chiacchiere sui massimi sistemi fra una canzone e l’altra
-I tempi morti in cui leggere 2 libri di Nick Hornby e meditare sulla vita
-Roma, in generale, sempre splendida
Aspetti negativi:
-Il tasso alcolico (il mio fegato ancora implora pietà per il Festival dell’anno scorso…)
-Un brufolo sul mento, colpa del muffin al cioccolato dell’aeroporto
-La distanza dal marito
-Lo shopping, quest’anno poco fruttifero
-Il taglio di capelli di Jean Luis David, che avrebbe dovuto essere all’ultima moda e super sexy, mentre dopo il primo lavaggio sembravo Hillary Clinton appena sveglia al mattino… (Scrivere sulla lavagnetta: se un parrucchiere ti dice “Basta che li asciughi a testa in giù e vegono così come li ho fatti io”, NON GLI CREDERE!)
Ancora non abbiamo visto i vestiti, ma ci hanno preso le misure e io mi sarei legata una corda intorno al collo…specie quando mi hanno chiesto la taglia e, quando ho detto 44, si sono guardati sospettosi per poi dire “Sssi, vabbè…poi vediamo…”.
Che avranno voluto dire??