Tuuu neve scendi ancooor…
Ieri è nevicato. Tanto. Ed io ed il mio neo maritino ce ne siamo stati nella nostra nuova casa a guardare grossi fiocchi di neve scendere dal cielo, al caldo, addobbando l’albero di Natale e intonando canti natalizi (beh, ora non esageriamo…)
Diciamo che la cosa più bella in queste situazioni è sapere di poter rimanere a casa, senza concerti, senza impegni, senza dover macinare chilometri in macchina e dover sostituire Isoradio ai miei adorati Queen, nella speranza che le previsioni non preannuncino l’Apocalisse imminente.
In questi momenti mi viene in mente un “viaggio della speranza” affrontato da me (alla guida) e due amiche-colleghe, F. e A. l’anno scorso.
Era una giornata apparentemente tranquilla, partenza nel pomeriggio alla volta di Ivrea, prova fino alle 23 e ritorno a casa. Semplice no?
Simone, con la sua irritante lungimiranza, mi chiede: “Hai le catene a bordo, vero?”. Io, sbuffando, gli rispondo di sì, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Anche un po’ offesa, se vogliamo.
Viaggio di andata senza problemi, anche se il cielo non promette niente di buono…
Circa a metà della prova, inizio a ricevere telefonate e messaggi in cui i parenti avvisano con preoccupazione che le previsioni preannunciano la nevicata del secolo.
Durante una pausa controlliamo su internet le previsioni: niente neve sulla Liguria.
“Esagerati”, pensiamo. E torniamo a provare. Se solo avessimo spostato sullo schermo gli occhi di qualche centimetro avremmo visto il gigantesco fiocco di neve che copriva tutto il Piemonte!
Infatti, una volta partiti, alle 23, già prima di Alessandria iniziamo a vedere i primi fiocchi, che si tramutano a poco a poco in bufera. Ops.
Non una macchina spargisale, non una macchina in assoluto, neanche qualche camion che ci lasci dei “binari” nella neve. Solo tre donzelle sotto la neve.
Impossibile superare la velocità di 18/20 K/h senza che la macchina sbandi paurosamente.
Ed è lì che mi rendo conto che avere le catene è pressochè inutile se non le sai montare. Fermarsi ad un distributore per tentare l’impresa è da escludersi, tre ragazze sole di notte hanno un’altissima probabilità che l’unica macchina che si fermi sia quella di un pazzo-maniaco-psicopatico. Inoltre perdere tempo per le catene potrebbe portarci via minuti preziosi, visto che la neve aumenta ogni istante di più.
Naturalmente imperversano le telefonate dei genitori: “No mamma, non c’è neve, tranquilla!”. Ecco quando si dice mentire a fin di bene.
Con Simone, tuttavia, non riesco a mentire: “Beh, in effetti un po’ di neve c’è, ma niente di che” che nel corso del viaggio si tramuta in “Siamo sommerse dalla neve! Non vediamo nulla e la macchina sbanda. Se non tornassi sappi che ti ho amato…”.
La cosa più bella è che, forse in preda alla follia, il nostro stato d’animo oscilla tra l’immotivata euforia accompagnata a crisi di ridarella isterica e la schizofrenia che ci porta a cantare a squarciagola “Tuuuu neve scendi ancooor lentaaa…”. Il tutto mentre rischiamo la vita in un punto indefinito della Gravellona-Toce.
Il nostro incubo termina a Genova Voltri, dove la neve lascia il posto alla pioggia, forte, che in quel momento mi sembra un paradiso!
Internet l’aveva detto: sulla Liguria niente neve.
Ora di arrivo: 3 circa.
Il giorno dopo siamo tornate ad Ivrea per il concerto.
Ci siamo fermate lì a dormire.