Musica e fiori d’arancio!
Lo scorso 4 settembre io e Simone ci siamo sposati.
Naturalmente c’era grande aspettativa per le musiche da parte degli invitati e naturalmente sono stata io stessa a sceglierle (è stato l’unico caso in cui il mio lui ha detto “Decidi tu” e poi l’ha rispettato!).
Quando si sposa un/una musicista si genera attorno alle musiche un alone di mistero superiore a quello del vestito della sposa. E la tensione sale…
Inutile dire che è stato tutto meraviglioso, nonostante il repertorio non fosse propriamente classico: Queen, John Lennon, Morricone, Piovani… E le mie amiche musiciste sono state commoventi e fantastiche. Nelle loro esecuzioni ho rivisto ogni singolo momento trascorso con loro, i viaggi, le trasferte, le risate… Da quando eravamo piccole fino ai matrimoni di ognuna di noi…
Ma, sentimentalismi a parte, se dovessi dire che fossi proprio tranquilla circa la buona riuscita di tutto, mentirei. Non perchè io nutrissi dei dubbi circa le capacità delle mie fidate amiche, ma perchè so, per esperienza, che mai come ai matrimoni succedono le cose più impensate.
Dalla mia lunga esperienza di “wedding musician” ho imparato che è proprio in situazioni lavorative “facili” che si annidano le peggiori insidie.
Soprattutto perchè ai matrimoni nulla è mai perfettamente pianificato e spesso gli sposi, il prete o i parenti turbano, senza volerlo, un equilibrio già di per sè precario. Ed i musicisti, consapevoli di avere l’enorme responsabilità di accompagnare i due innamorati nel giorno più bello della loro vita, sono facilmente preda di ansie da prestazione.
Ecco quindi alcuni consigli per gli sposi:
Intanto bisogna partire dal presupposto che a meno che i musicisti in questione non siano dei credenti praticanti, da un matrimonio all’altro tendono a dimenticare l’ordine esatto dei vari momenti della liturgia. Si attengono pertanto scrupolosamente al libretto a loro fornito, si spera, prima della cerimonia. Qualsiasi variazione genera fra i musicisti il panico puro. Perciò consiglio agli sposi di comunicare in anticipo qualsiasi cosa si distacchi dalla liturgia canonica, se non vogliono ritrovarsi con la Marcia Nuziale al momento della comunione!
Altro problema, il ritardo della sposa. Sarà pure romantico, ma, sposine, tenete conto che spesso un musicista inserisce un matrimonio a Genova in mezzo ad una prova a La Spezia ed un concerto a Busto Arsizio. Perciò non esagerate col ritardo!
Ricordo, a questo proposito, un tragico matrimonio in cui la sposa arrivò con un’ora e mezza di ritardo perchè aveva dimenticato il bouquet nel frigo! Una ragazza del nostro quartetto aveva un concerto fuori Genova dopo e se ne andò…caso ha voluto che anche altre due di noi fossero in macchina con lei, perciò la cerimonia finì con un solo violino ad eseguire la Marcia Nuziale!
Stesso valga per i preti prolissi, stile Verdone in “Viaggi di nozze”. Ma in questo caso c’è ben poco da fare.
Importantissimo: non dimenticate di comunicare se l’abito della sposa non è bianco!!
A me è capitato di non riconoscerla e non suonare la Marcia Nuziale all’entrata!
Infine, un altro momento che può creare problemi è l’uscita, in quanto l’avanzare degli sposi verso la porta della chiesa è interrotto dal fotografo, che più o meno ogni due passi, chiede loro di fermarsi e guardarsi con aria languida in maniera più o meno spontanea, per immortalare il solenne momento. Il tutto senza tenere conto del fatto che i poveri musicisti non stanno suonando una sinfonia di Mahler, ma una marcia nuziale che durerà sì e no 2 minuti! Il che fa sì che si rendano necessarie delle ripetizioni, oltre ai ritornelli già previsti dal compositore. Talvolta, però, la disperazione dei musici dà origine a tragici fraintendimenti, laddove il primo violino, che di solito “comanda”, decida di fare dei ritornelli del tutto imprevisti ed imprevedibili, lasciando gli altri attoniti a cercare invano di seguirlo, mentre lui/lei si ritrova a cantare (letteralmente) le altre parti!