Penso quindi… je suis?
I fatti della settimana scorsa hanno profondamente scosso l’Europa.
Un esercito di Charlie si è scatenato contro la minaccia alla libertà di stampa ad opera, guarda un po’, dei musulmani e gli islamofobi, forse, non aspettavano altro per poter rafforzare le proprie convinzioni. Ed ecco quindi girare sul web vignette più o meno di buon gusto, pro o contro Charlie, Oriana Fallaci diventare una specie di Nostradamus le cui profezie si stanno amaramente avverando, marce contro il terrorismo…
Personalmente ho trovato vergognosa la partecipazione, fra gli altri, del premier israeliano Netanyhau, soprattutto considerando il fatto che per lui il terrorismo è un ottimo alibi per il genocidio da lui attuato in Palestina… Cosa c’è di più terroristico che cospargere un’intera popolazione di fosforo bianco?
Intendiamoci, non che gli altri leader presenti fossero da meno.
Sta di fatto che quando succede qualcosa nel mondo occidentale è sempre più grave che nel resto del mondo. Il terrorismo è una cosa atroce, sia chiaro, ma se facessimo un calcolo numerico delle vittime di atti terroristici nel nostro mondo e delle vittime delle cosiddette “missioni di pace” portate avanti dagli occidentali in giro per il mondo non ci sarebbe confronto.
I nostri morti sono “più morti” degli altri. Lo sono sempre stati, tantopiù se morti per mano musulmana.
Forse non tutti sanno che nel 1987 in una strada londinese venne assassinato un certo Naji al-Ali, vignettista palestinese e padre di Handala, il bimbo raffigurato solo di spalle che si sarebbe dovuto voltare solo una volta tornato a casa, finalmente libero…
Ucciso da chi? Da Israele, naturalmente. Alla faccia della libertà di stampa!
L’Occidente è la patria del paradosso e dell’ipocrisia. Chiamiamo “missioni di pace” operazioni militari che, in teoria, dovrebbero portare la calma in quei territori ai quali noi stessi vendiamo le armi.
Conferiamo il Premio Nobel per la pace al presidente della più grande potenza al mondo, complice, se non mandante, di alcuni dei peggiori massacri al mondo.
Ciò che non succede in Europa non ci riguarda.
E allora facciamoci un bell’esame di coscienza e rendiamoci conto che se c’è un conflitto culturale non è certo a senso unico.
Questo eurocentrismo deve finire.
Je suis… stufa!